martedì 25 maggio 2010

ll Povero Gondoliere

Questo racconto l'ha scritto Pietro

Marco Leoni nacque nel 1653 d.c. da Piero Leoni (ricco mercante di Venezia) con l’ambizione di diventare gondoliere, contro il volere del padre, che voleva che Marco diventasse mercante. Ma egli si opponeva anche quando il padre lo minacciava di negargli l’eredità ma Marco rispondeva sempre in un modo: “ Voglio diventare gondoliere, mettere su famiglia e guadagnarmi da vivere: non ho bisogno dei tuoi soldi “.
Quando ebbe vent’anni non aveva i soldi per comprarsi la gondola, li chiese al padre ma lui non glieli diede.
Un giorno la madre di Marco però, diede segretamente i soldi del padre a Marco. Quando Piero lo venne a sapere strangolò sua moglie per poi pentirsi e suicidarsi senza lasciare un soldo al figlio.
Marco era ora un orfano con i soldi appena sufficienti per comprare una casa e una gondola.
All’età di 21 anni però già lavorava e guadagnava abbastanza bene e conobbe una bellissima ragazza, già corteggiata da un ricco nobile: si chiamava Rosanna, detta Rosa.
Fra i due nacque un grande amore ma Rosa doveva fare una scelta: seguire il suo cuore e andare da Marco, o la ragione e andare da Giordano, il ricco nobile che la corteggiava. In seguito, vi fu una gara fra gondolieri nella quale Marco vinse. Ebbe quindi molta fama in breve e, molto spesso, era scelto come gondoliere dai ricchi e dai nobili, a volte anche su prenotazione.
Rosa così scelse di vivere con Marco ed ebbero una vita felice finché in un triste pomeriggio autunnale di ottobre, dopo che Marco compì venticinque anni, Giordano, il ricco nobile ingaggiò un brigante affinché derubasse la famiglia Leoni di tutti i possibili.
Il brigante riuscì a rubargli quasi tutto e ora la famiglia Leoni era in crisi; vendettero tutto ciò che per loro era superfluo anche se a loro caro, si mangiava cinque giorni la settimana e Marco aiutava in casa, oltre che lavorare come gondoliere.
Purtroppo con il passare dei giorni , non fu più tanto richiesto per il suo mestiere perché perse la gara successiva fra gondolieri; così il salario si abbassava mentre i prezzi del cibo salivano.
Arrivò poi un giorno, triste e bello, tragico ma meraviglioso: Rosa era incinta.
Dal punto di vista economico era una situazione insostenibile, però erano molto felice di diventare genitori.
Rosa e Marco decisero insieme che Rosa e il loro futuro figlio, Carlo, sarebbero andati a vivere da Giordano, per motivi economici, e fecero credere al ricco nobile che il figlio fosse suo.
Giordano poi chiese a Marco, per pura cattiveria di lavorare come servo a casa. Per vedere la sua ancora amata ed ex moglie (ora sposata con Giordano), ma disse di no, perché questa proposta andava contro i sui principi morali: andare fino in fondo nel bene e nel male con la scelta che aveva da giovane, fare il gondoliere, anche se avrebbe comportato questo sacrificio. Così Marco visse sino alla morte solo e povero; vedeva ogni giorno suo figlio andare scuola e piangeva ma andava avanti fino in fondo e così morì, solo e povero, questo fu il suo sacrificio per aver realizzato il suo sogno.
“Salve” disse Carlo “ Salve” rispose Marco, “Mi porta a San Marco?”, “Certo”.
Queste furono le uniche parole che si scambiarono i due.

1 commento:

guido cornara ha detto...

Raccontato da Pietro Cornara, non da Guido Cornara.