lunedì 31 agosto 2009

La prima buona azione di Jerry Pasquali

Americano di origine italiana, Jerry Pasquali era nato e cresciuto nella zona più povera e malfamata del South Bronx, il quartiere più povero e malfamato di New York. Sopravvissuto miracolosamente, divenne copywriter in un'agenzia pubblicitaria di Manhattan, che non avrebbe mai più lasciato. Molti non sanno cosa voglia dire la parola copywriter, e la confondono spesso e volentieri con la parola copyright, dal significato totalmente diverso. Il copywriter, in buona sostanza, è colui il quale, nella divisione dei ruoli tipica di un'agenzia pubblicitaria, scrive i testi, i titoli e i cosiddetti slogan di un annuncio pubblicitario destinato ad essere pubblicato sulla stampa, o di uno spot, o di un comunicato radio e così via.
L'agenzia in cui aveva cominciato a lavorare era la Grant Castorini Jacobi, 22 Madison Avenue. Tutto iniziò in modo strano, e come spesso accade, casuale. Un giorno, a diciotto anni, gli capitò di consegnare una pizza coi peperoni a Lou Jacobi in persona. Erano le tre di notte. Lou Jacobi aveva i piedi sulla scrivania, la cravatta slacciata e la faccia giallo verde. Quando Jerry entrò nel suo ufficio, il vecchio Jacobi stava buttando giù un po' di Maalox con una smorfia che era tutto un programma.
-Sei il nuovo ragazzo di Al? lo apostrofò brusco Lou.
-Sì.
-E che ci fai ancora in piedi?
-Questa settimana ho il turno di notte. Lei lo sa qual è il nostro motto, no? "Se vuoi una pizza chiama Al, da mezzogiorno al canto del gal."
-Ti piace?
-Cosa.
-Il motto che mi hai appena recitato.
-Mi fa schifo. Ma perché me lo chiede?
-L'ho scritto io.
-Mi dispiace, signore.
-Non devi dispiacerti, ragazzo. Fa schifo anche a me. (Lou buttò giù una altro sorsetto di Maalox). E poi mi piace la sincerità. Pensi che potresti combinare qualcosa di meglio, con le parole?
-Penso di sì, signore.
-Bene, sei assunto in prova. Adesso togliti dai coglioni che devo scrivere altre zozzerie del genere. Presentati domani mattina alle nove.
Nove anni dopo questa conversazione, Jerry era stravaccato con i piedi piazzati sulla stessa scrivania, nello stesso ufficio, con gli occhi persi nello skyline notturno di Manhattan. Pensava al vecchio Lou Jacobi, morto di un attacco di ulcera perforata l'estate precedente, a quarantotto anni. L'attacco fatale gli era venuto dopo che un cliente aveva rifiutato un suo slogan per una nuova mozzarella ipocalorica. Come faceva quello slogan? E chi se lo ricorda. Jerry tirò fuori un piccolo specchio dal cassetto. Si guardò e gli venne il voltastomaco nel vedere il colore giallo verde della sua faccia. Preferì vedere nel piccolo specchio una strisciolina di coca, e poi non vederla più e sentirsela tutta bella sparata nel cervello moscio. Guardò l'ora. Le tre e mezza. E il foglio davanti a lui era pieno di merda. Non c'era neanche la traccia di un'idea decente, di un titolo efficace, di uno slogan convincente. Fra sei ore avrebbe dovuto presentare la campagna di lancio delle patatine Crocchissime, e non aveva niente in mano. Avrebbero perso il cliente. Jerry fu invaso da una sorta di fatalismo. Se il destino voleva che cadesse, non c'era proprio un cazzo da fare.
Suonò il citofono. Jerry, da solo in agenzia, andò a rispondere.
-Sì?
-E' qui l'agenzia Grant Castorini Jacobi Pasquali?
Jerry ebbe un brivido. Dei quattro nomi, il suo era l'unico appartenente a persona ancora vivente, o meglio sopravvivente.
-Sì, rispose.
-E' per quella pizza coi peperoni.
-118° piano.
-Cacchio!
-L'ascensore funziona.
-Beh, ci mancherebbe.
Il ragazzo avrà avuto 18 anni al massimo, e aveva l'aria malinconica e furba di chi si è fatto un gran culo per sopravvivere.
-Sei il nuovo ragazzo di Al?
-Sì.
-E' un po' tardi per stare ancora in giro, no?
-Che vuole, c'ho il turno di notte.
-Senti un po', come fa il nuovo motto della vostra pizzeria?
-E chi se lo ricorda.
-"Una pizza da Al, se vuoi dormire tra due guancial." Fa così mi sembra, vero?
-Già.
-E ti piace?
-Cosa.
-Il motto, lo slogan.
-Mi fa schifo. Mi piaceva di più quello vecchio. Perché?
-L'ho scritto io.
-E la pagano, per questo?
-Già. Sentì un po', visto che ti fa così schifo, pensi che saresti in grado di combinare qualcosa di meglio, con le parole?
-Penso di sì.
-Bene, allora... vaffanculo. Togliti di torno che c'ho da fare, coglione presuntuoso che non sei altro.
Il ragazzo ci restò molto male, ma mentre lo vedeva allontanarsi verso l'ascensore, Jerry Pasquali esultava in cuor suo, consapevole di aver fatto, per la prima volta nella sua vita, una buona azione.

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