mercoledì 29 aprile 2009

Chi è chi

“Raccontami tutto. Non ho niente da raccontare. Invece sì, sono sicuro che, se vuoi, qualcosa da raccontare lo trovi. Va bene, è solo che non so da che parte cominciare. Comincia dalla fine: stai ancora bene con me? Questa è la cosa più difficile da dire. Difficile, che stronzata. Non ti ho mica chiesto: mi ami? E neanche la versione meno compromettente: mi vuoi bene? Allora c'è da rispondere: ti voglio (tanto, tantissimo, un sacco di, un mondo di) bene. Ti ho chiesto invece una cosa più piccola, concreta. Sicuro, sicuro, troppo. E per te sarebbe una domanda facile? Cosa vuol dire: stai ancora bene con me? Io non sto bene. Con te o senza di te. Niente furbizia per piacere. Forse è meglio lasciar perdere, fermarci qui. Neanche per idea. E allora lasciami parlare senza fare del sarcasmo gratuito. Non faccio del sarcasmo, solo vorrei che non eludessi il problema. Hai capito benissimo cosa ti ho chiesto. Nemmeno io sto bene. Però voglio sapere: ti faccio ridere, ti faccio godere, ti faccio dormire, ti faccio tristezza, ti faccio pensare? Dipende. No che non dipende. Invece sì, e tu lo sai benissimo. Perché tu sei il primo a mettere il proprio umore in cima a tutto il resto. Può darsi, ma non lo accetto. Ah, non lo accetti? Puoi dispensare gioia o dolore a seconda dei tuoi movimenti peristaltici ma non ne accetti le conseguenze. Non accetti che la vita possa essere governata da una legge così brutale, vero? Ma è proprio così. Ieri mi facevi ridere. Ieri mi facevi godere. Oggi no. Domani chi lo sa? O meglio ancora. Dieci minuti fa mi divertivi. Ora mi annoi. Ma fra dieci minuti? Adesso sei tu che mi annoi. Ne ero sicura. Sono io, ma è difficile ammetterlo. Guarda che non è la prima volta che succede. E' banale. Non ho mai preteso di essere eccezionale. Falso. E anche banale. E anche un po' meschino. Oh no, ancora una volta qui. Ancora una volta alla fine del giro, a rifare il biglietto per un'altra corsa. Ma il biglietto costa sempre più caro. Non fare il melodrammatico. Non ti consolerò per il dolore di avermi lasciato. Solo adesso mi rendo conto di quanto ho bisogno di te. Solo adesso mi rendo conto di quanto ti ho sopravvalutato, ma più che per un mio errore di valutazione, proprio per la tua capacità di fingere. Così bene da ingannare anche te stesso. E questa è l'unica attenuante che riesco a concederti. A concedermi. Non mi lasciare. Non mi seccare. Sei tu che mi lasci, stronzo. Fottiti.”

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