lunedì 30 marzo 2009

Quello che so

Tredicesima puntata

33.
Ragioniamo.
Questi sono i momenti in cui bisogna ragionare.
Ma non ragioniamo troppo, però. Perché allo stesso tempo bisogna fidarsi delle proprie intuizioni, delle proprie viscere. Di quello che ti raccontano lo stomaco e i suoi crampi.
Il dott. Moiano stava riflettendo sulla stranezza della vita. La sera prima era stato sul punto di alzare bandiera bianca, sepolto dal peso del fallimento. E improvvisamente ora si trovava in uno stato di eccitazione quasi insostenibile. Doveva rimanere calmo, tuttavia. Equilibrato.
La sua lavagna aveva bisogno di una ripulita. Con il cancellino in mano diede l’ultimo sguardo d’insieme ai suoi appunti disordinati dove nessun altro all’infuori di lui sarebbe stato in grado di leggere qualcosa, poi non senza esitazione cancellò tutto.
Quindi prese il gesso e ricominciò a scrivere:
La testa dice Roberto Benati (Prima viene a dirmi che non lo ha ucciso lui, poi si appende ad un albero = quasi una confessione). Peccato che la pancia dica: Scordatelo!
Riga successiva:
La pancia dice attaccati come una cozza (per rimanere dentro la metafora ittica) a quell’Antonio U. E’ lui il pesce pulitore, e il pesce pulitore è la chiave di questa storia.
E anche se non è lui il pesce pulitore, probabilmente lui sa chi è. O come minimo ha qualche sospetto.
Riga successiva:
Cosa voleva dire con esattezza Francesco M. raccontando la storia del pesce pulitore? Voleva dirci qualcosa del suo nemico? Portarci sulle tracce di colui che progettava di prendere il suo posto e a tale scopo poteva avere messo in atto il complotto che lo avrebbe infine condotto alla morte?
Riga successiva:
Torna al diario. Forse la risposta è nel diario.

34.
La pagina 28 di "Quello che so" è quasi completamente bianca, con l’unica eccezione di una frase che campeggia solitaria proprio al centro. E’ scritta molto piccola, diciamo un corpo 10, galleggia nel vuoto immacolato della pagina, e quindi l’occhio ne è irresistibilmente attratto, fatalmente conquistato, con buona pace di chi ha sempre sostenuto nei secoli dei secoli che per farsi ascoltare bisogna urlare. Per farti ascoltare devi dire cose interessanti, anche sussurrando.

“Il pesce pulitore non ha sesso.”

Il dott. Moiano osserva questa frase come fosse in trance.

1 commento:

Unknown ha detto...

Ciao Guido.
Sono il vecchio Diego.
Alla fine mi son deciso a fare un blog anche io. Ci metto racconti e altre cose.

Prima o poi non sarebbe male fondare una specie di gruppo letterario on line. Più prima, che poi.
Cosa dici?

ps
http://www.dfontana.blogspot.com