lunedì 9 giugno 2008

Oggi Sposi

Massimo e Sabina si amano da sei anni, e hanno deciso di sposarsi. Le famiglie sono d’accordo, e si comincia a discutere dei dettagli: il ristorante, la lista degli invitati, l’abito da sposa, quelle cose lì insomma.
Lui lavora in periferia di Piacenza, in un’officina meccanica ben avviata che appartiene allo zio Francesco. Lei fa la cassiera in un supermercato del centro. Per il momento hanno deciso che continueranno a lavorare tutti e due, poi se arriveranno dei figli si vedrà. (Sabina dice ‘si vedrà’ ma in realtà non ha nessuna intenzione di smettere di lavorare, semplicemente una discussione in merito con il suo capoccione adorato le sembra prematura, e la rimanda a data da destinarsi.)
Come spesso capita, Sabina è di vedute un po’ più larghe, Massimo è un po’ più conservatore, e su tanti argomenti discutono animatamente. Ma ci sono anche tantissime passioni che condividono: fra queste, al primo posto, c’è l’amore per le motociclette.
Mettendo insieme soldo su soldo e risparmiando dovunque era possibile, Massimo si è potuto comprare la sua nuova moto, quella che sognava da tanto tempo. Sabina approva questa scelta, perché pensa che le vere grandi passioni vadano perseguite, e quindi è l’alleata più convinta di Massimo contro tutto il resto di tutte e due le famiglie mugugnanti.
Massimo non saprebbe spiegarlo con parole troppo chiare, ma istintivamente sente la speciale unica qualità di Sabina, e la ama e la rispetta ogni giorno di più.

Con orgoglio le mostra la sua fiammante Honda CBR 900, ascoltano insieme il rombo del motore, e partono per la loro scampagnata domenicale su per le colline.
Nessuno vede l’incidente, quindi nessuno può descriverlo, ma quando arrivano le ambulanze si capisce subito che la cosa è molto grave.
La moto praticamente non esiste più, i vari pezzi accartocciati nel raggio di trenta metri. Sabina arriva morta all’ospedale. Massimo ci arriva rotto in diversi punti, ma vivo.

Quando dopo diverse ore si risveglia dal sonno senza sogni dei sedativi, Massimo vuole sapere di Sabina. Dapprincipio tutti tergiversano (nessuno è mai preparato né a dare né a ricevere queste notizie), poi pur con mille cautele lo zio Francesco è costretto a dirglielo.
Come pazzo allora Massimo comincia ad urlare e dimenarsi e vorrebbe alzarsi dal letto tanto che devono intervenire tre infermieri ben piazzati che insieme allo zio Francesco lo tengono fermo, finché riescono a fargli una nuova iniezione di sedativo e lui finalmente si calma un po’ e pian piano si addormenta.
Nel dormiveglia non fa che ripetere il nome di lei e dice che non è possibile, che si devono sposare, che è tutto pronto, persino la lista degli invitati, che l’abito è già stato comprato e il ristorante prenotato. Quasi tutti i parenti escono dalla stanza, gli infermieri non sanno da che parte guardare, resta solo lui, lo zio Francesco, invecchiato di vent’anni in una notte, seduto accanto al letto di Massimo, che gli tiene la mano con espressione concentrata.

Si risveglia nuovamente, e stavolta sembra molto più tranquillo. Vede lo zio accanto al suo letto e sorridendo gli dice:
-Zio, oggi io e Sabina ci sposiamo.
-Cosa dici, bambino mio, lo sai che non è possibile.
Non è possibile civilmente, non è possibile per la chiesa, ma Massimo non sente ragioni, e minaccia di fare qualche pazzia se non gli fanno sposare Sabina. Allora viene chiamato il parroco che lo conosce da quando è nato, ma nemmeno lui riesce a dissuaderlo.

Quello stesso pomeriggio Massimo viene trasportato in ambulanza fino alla piccola Cappella del Commiato vicino a casa di Sabina, dove è esposta la salma della ragazza in attesa del funerale.
Gli infermieri accostano la sua lettiga alla bara aperta di Sabina, e Massimo le infila al dito la fede nuziale che avevano scelto insieme, poi le sistema con cura e dolcezza un bel bouquet di fiori all’altezza delle mani, mentre il parroco recita una preghiera per gli sposi.
La mattina successiva si celebra il funerale. Ci sono i parenti, gli amici, c’è tutto il quartiere, ci sono i soliti curiosi. Ci sono tutti.
Manca solo Massimo.

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